Pdf Filatelia Religiosa
Don Bosco e l’Unità d’Italia |
Don Bosco nel 1860, ribadì al Presidente del Consiglio, conte Camillo Benso di Cavour, di essere pronto a fare “quanto era capace per la sua patria [regno di Sardegna] e per la sua religione”, negli anni settanta le difficoltà da superare per riaffermare le sue convinzioni dovettero certamente essere superiori, visto che i due termini di riferimento erano decisamente modificati: non solo la “patria” era ormai il nuovo Regno d’Italia allargato a tutta la penisola, ma la “religione” vedeva il suo vertice “prigioniero” in Vaticano. Don Bosco non modificava però la sua “fede politica”, tanto che scriveva all’allora Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Giovanni Lanza: "Io […] l'assicuro che mentre mi professo sacerdote cattolico ed affezionato al Capo della Cattolica Religione, mi sono pur sempre mostrato affezionatissimo al Governo, per i sudditi del quale ho sempre dedicate le deboli mie sostanze e le forze e la vita”. E lo ribadiva al successore Marco Minghetti: “Sebbene io viva affatto estraneo alle cose politiche, tuttavia non mi sono mai rifiutato di prendere parte a quelle cose che in qualche maniera possano tornare vantaggiose al mio paese”. È forse con questa duplice chiave di lettura, civile e morale, che si può cercare di comprendere il senso dei rapporti di don Bosco con le istituzioni di Governo. Seguiamone rapidamente i passi lungo cinque possibili tappe della sua vita pubblica.
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Informazioni
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Autore |
don Francesco Motto S.d.B. (GFR Don Ceresa) |
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470.98 KB |
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Creato |
2011-01-28 16:09:56 |
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